10 cose che possiamo imparare dai giapponesi
- officina della felicità
- 26 ago 2019
- Tempo di lettura: 4 min
Quest’estate ho avuto la fortuna di fare un viaggio che sognavo da tutta la vita: una vacanza in Giappone.
Sono sempre stata affascinata dalla cultura di questo paese e dalla sua cucina (macrobiotica in particolare) che ho studiato e applico alla mia vita e, per lavoro, alle consulenze alimentari (sempre adattandola alle tradizioni e abitudini italiane).
Il viaggio è andato oltre le mie aspettative: ero (e sono tuttora) talmente entusiasta da non sentire le 12 ore di volo, le 7 ore di fuso orario, la stanchezza degli spostamenti e delle lunghe camminate sotto il solo cocente e l’afa insopportabile. Per me era tutto un sogno.
Questo mi ha confermato quello che sapevo da sempre ossia che, anche la stanchezza, è una questione mentale piuttosto che fisica e che, anche quando sei sfinito, se la mente si attiva per fare qualcosa di piacevole, le energie emergono come per magia. Vorrei fosse così nella vita di tutti i giorni.
Ma torniamo alla mia vacanza... Ogni viaggio è un’occasione per osservare, apprendere e arricchirsi. Per questo motivo, desidero condividere con te ciò che più mi ha colpito del Giappone e che credo possa inspirare tutti noi a fare di meglio.
Ecco cosa ho apprezzato e di cosa farò tesoro:
1. La disponibilità e la gentilezza delle persone. Ad ogni problema c’era una soluzione e, se non c’era, si prodigavano per trovarla.
2. L’educazione e il rispetto per gli altri individui e per tutto ciò che è pubblico. Credo molto nel rispetto e i giapponesi hanno molto da insegnarci con i loro modi corretti, educati e la cura per tutto ciò che è condiviso (ad es. luoghi pubblici quali i bagni, le stazioni, i giardini ecc.).
3. La meticolosità e l’attenzione nello svolgere anche i lavori più semplici con la consapevolezza del momento presente. Nulla è svolto in modo superficiale e grossolano. La cura e la precisione applicate a ogni gesto trasudavano impegno e consapevolezza dell’agire nel momento presente, completamente immersi nel compito che si stava svolgendo. Non dimenticherò mai l’impegno con il quale un anziano signore appendeva la pubblicità sul treno e controllava che il poster fosse perfettamente dritto. Ogni lavoro è importante - anche quello più umile - la differenza la fa l’atteggiamento con il quale è svolto.
Questo aspetto è stato ancora più evidente nei giorni trascorsi insieme ai monaci buddisti: ho amato la calma con la quale facevano ogni cosa, osservarli era pura poesia.
4. Il sorriso e l’inchino di ringraziamento sempre e comunque e il salutare quando gli sguardi si incrociavano, anche tra sconosciuti. Questa è una delle cose che più ho amato. Ringraziare è un atto meraviglioso e pare proprio che i giapponesi siano maestri in questo.
5. Il lasciare passare le persone per educazione e il fare la coda in modo ordinato. Sono piccoli grandi gesti che rendono la vita di tutti più semplice e piacevole.
6. Il non gettare rifiuti per terra nonostante non ci siano (quasi del tutto) cestini per la spazzatura nelle strade. Sono rimasta incantata dalla pulizia dei marciapiedi e delle stazioni. In una megalopoli come Tokyo dove vivono e transitano milioni di persone ogni giorno, non ho visto un rifiuto per terra. Incredibile! Questa è civiltà!
7. Il rispetto per le regole. Le regole, anche le più semplici, sono concepite per permettere a tutti di vivere in modo civile, seguirle è una forma di rispetto per sé e per gli altri.
8. L'aiuto e la disponibilità del personale ferroviario nei confronti dei disabili per accedere ai mezzi con facilità. I disabili hanno la possibilità di muoversi liberamente e di affittare sedie a rotelle gratuitamente.
9. Il tenere sempre il cellulare in modalità silenziosa e il non parlare mai al telefono sui mezzi o nelle stazioni mentre si aspetta il treno: in 15 giorni ho visto 2 persone parlare al cellulare per strada. Questo è un altro segno di rispetto per chi viaggia: il pendolarismo, ad esempio, è molto stancante e potersi rilassare sul treno senza sentire il vicino che litiga al telefono o l’incessante beep dei messaggi non è poco.
10. La grande presenza di biciclette e delle infrastrutture necessarie per incoraggiare le persone a non prendere l’auto. Un’amica giapponese mi ha raccontato che a Tokyo, per motivi di spazio, se vuoi comprare un’auto, devi prima dimostrare di avere un luogo dove parcheggiarla. Credo che anche questo incoraggi l’uso di mezzi alternativi.
Il Giappone, ovviamente, non è un paese perfetto, è fatto di grandi contraddizioni.
Quello che non ho apprezzato, ad esempio, è l’utilizzo smodato di plastica, nella maggior parte dei casi inutile. Per quanto siano attenti nel non gettare rifiuti nell’ambiente, il loro sistema di raccolta differenziata è mediocre rispetto al nostro: differenziano solo bottiglie di plastica, lattine e vetro. E non dimentichiamoci della mattanza delle balene e dell’impoverimento dei mari causato da questi grandi mangiatori di pesce (e anche di carne).
La perfezione non esiste, però potremmo tutti imparare gli uni dagli altri. Personalmente, osservando i giapponesi ho appreso molto e cercherò di fare tesoro di questa esperienza in ogni ambito della mia vita.

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